Ultimamente abbiamo avuto la fortuna di trovarci tra le mani uno dei dischi più belli che avessimo mai ascoltato fin’ora, si tratta di “Kurtz sta bene” degli Stanley Rubik. Ecco qui la nostra recensione!
Se state cominciando a leggere quest’articolo con la mera convinzione che la musica italiana sia morta, smettete da subito, perché non è così, gli Stanley Rubik da Roma sono una band che con molta probabilità si colloca tra le venti/trenta band che in Italia cerca di dare uno scossone all’ambiente. Da tempo l’ambiente musicale rappresenta la realtà sociale in cui viviamo, solite facce, soliti giochi di potere e niente che sia davvero rappresentativo del mondo che c’è sotto la superficie. Gli Stanley Rubik con “Kurtz sta bene” sono pura potenza elettro/rock condita da poesia ed anticonformismo musicale, un power trio da non ascoltare con molta leggerezza ma bensì con un attenzione quasi chirurgica e da apprezzare non al primo, ne al secondo ma al terzo ascolto. “Cado” è il loro singolo probabilmente più rappresentativo in cui possiamo capire la pasta di questi tre giovani romani prodotti da INRI (Linea 77, Levante ecc…); una danza tribale dei nostri giorni in cui la sezione ritmica molto presente e pesante viene accompagnata da suoni elettronici che spingono il sound del gruppo sino a far sanguinare le orecchie (in senso positivo, s’intende). Non basterebbe un giorno intero probabilmente per soffermarsi sulle scelte stilistiche della band e sull’originalità del tutto perché solamente l’ascolto può rendere meglio l’idea di questo capolavoro. I testi invece, vere e proprie poesie si incollano sulla testa e non ti lasciano facilmente andare, vere e proprie visioni in musica che riescono a farti alzare il culo dalla sedia e farti cominciare a scrivere, qualcosa, qualunque cosa. Ottimo lavoro. Esame passato a pieni voti!