Abbiamo intervistato gli Electric Circus, freschi di pubblicazione del loro nuovo singolo “Green Like A Frog”. Qui il risultato della nostra chiacchierata. Buona lettura.
Ciao ragazzi, raccontateci com’è nato il vostro progetto?
Il progetto Electric Circus è partito a Trento da 3 trentini in un bar, che davanti a una birra hanno deciso di formare una band jazz-fusion. Nel corso degli anni abbiamo accolto nuovi musicisti e nuove influenze musicali che hanno segnato il nostro percorso. Insomma, dopo vari cambiamenti e sperimentazioni, il nostro baricentro si è spostato in quel di Torino e anche il nostro sound si è evoluto di conseguenza.
Quali sono le influenze principali che più hanno segnato la vostra carriera artistica?
Ognuno di noi ha un background musicale diverso, c’è chi viene dal jazz chi dal rock,chi ascolta molta world music, ma ci sono dei punti saldi che condividiamo tutti. Nemmeno i nostri gusti musicali sono sempre allineati, ma secondo noi questo è un punto di forza e rispecchia l’animo variegato del nostro sound. Comunque, parlando di influenze, vogliamo menzionare gli artisti più rilevanti per noi: Fela Kuti e Miles Davis.
Descrivete il vostro ultimo singolo con cinque parole.
Groove africano sotto acidi in Mississippi
Con chi vi piacerebbe fare un featuring?
Ci piacerebbe molto collaborare con Mulatu Astatke, una leggenda del jazz etiope. Nel nostro primo disco avevamo pubblicato una cover del suo brano Asmarina.
In patria, invece, siamo profondamente affascinati e ispirati dalle produzioni di Tommaso Colliva e dei Calibro 35, quindi collaborare con loro, o con una parte di loro, sarebbe fantastico, ma ci vedremmo bene anche Mahmood a cantare un pezzo afrobeat insieme a noi 😉
Parteciperesti mai ad un talent show?
La risposta è no, ma non è un rifiuto categorico. Semplicemente, non riteniamo che i talent show siano in linea con la nostra proposta (o che noi non siamo in linea con le richieste dei talent) e, per come sono strutturati ora, non abbiamo né interessi né incentivi a prenderne parte.
Progetti futuri?
Tra giugno e settembre usciranno altri due singoli e ci esibiremo in diverse location nel nord Italia. Inoltre, abbiamo altri progetti in cantiere: abbiamo prodotto 3 pezzi che sono il risultato di una collaborazione a distanza con un gruppo del Mali, i Sahel Roots, attualmente in tour qui in Europa. Usciranno il prossimo autunno in un EP e siamo entusiasti di questo nuovo sound, inevitabilmente molto legato alle sonorità tradizionali dell’Africa Occidentale, ma che abbiamo cercato di contaminare con le nostre influenze più importanti (il funk e il jazz, i suoni psichedelici degli anni ‘70).