Blauss
Sudden Step è l’album d’esordio del duo capitolino formato da Ilaria (voce e synth) e Mattia (chitarre e beat elettronici). La penna di Elia Capitani ne cura la recensione.
Ad un primo ascolto l’intera opera sembra ritagliarsi un posticino nell’ambiente del caro e vecchio Slow-core, intriso di atmosfere malinconiche e sognanti, melodie in chiave minore, dai ritmi rallentati e da una forte componente strumentale. “Pow” è il brano che apre l’album, una vera e propria ballad armata unicamente di un synth, una chitarra (o forse due) e qualche beat elettro-pop che ti fa agitare le spalle e battere i piedi a tempo. “Hollow”, è intriso di malinconia e atmosfere oniriche, la traccia numero due sembra quasi uscita dalla colonna sonora di Mood Indigo.
Patiti del grunge ascoltate le chitarre di “A While Ago” e “Mao”, in ordine terzo e quarto brano dell’album e cuore pulsante dell’intera opera. “Nippon”, cioccolato e riso soffiato, non stavolta. Il quinto brano di “Sudden Step” è un’intima ninnananna dai ritmi lenti e sinuosi. Se “Come Together” (Beatles) avesse avuto influenze shoegaze e Cat Power alla voce sarebbe stata la sorella maggiore un po’ brit, Dottor Martin e chiodo di “All The Same”.
In “Rust” fa da padrona la voce di Ilaria, gli arrangiamenti volutamente ridotti all’osso, ricordano il dolce momento della costruzione di un brano, quando ti trovi li sul letto in camera. Alternative rock, elettro-pop e un pizzico di dream-pop giusto per non scontentare nessuno in “Thump” ultima traccia dell’album che è, come direbbero i nostri amici d’oltremanica, easy listening. Last but not least è il packaging dell’album, ben curato e artwork degno di una band da major.
Piccolo appunto personale:
L’album pur sistemandosi a pieno diritto nell’ambiente slow-core, presenta altrettante influenze che variano dal grunge al dream-pop e dal post rock allo shoegaze; saranno bravi i Blauss a creare e mantenere questo filo conduttore? Si perderanno un po’ per strada non sapendo quale indicazione seguire?