Carlo Barbagallo
Abbiamo intervistato Carlo Barbagallo (Suzanne’Silver, Albanopower) in vista dell’anteprima live del suo ultimo album “9”, buona lettura!
Dopo tanti anni di attività passati a suonare in giro per l’Italia e non solo, Carlo Barbagallo pubblicherà il suo nuovo album “9”, cosa ci dobbiamo aspettare dal tuo nuovo lavoro?
“9”, che uscirà ufficialmente in primavera, è un disco di “9” tracce. Dietro c’è un lavoro di scrittura, arrangiamento e produzione lungo tre anni circa, ma se conto i giorni effettivamente impegnati saranno al massimo una ventina, insomma il tempo libero tra la produzione di un disco e un’altra, tra un tour e l’altro, etc. Hanno collaborato al disco circa una ventina di musicisti nell’asse Siracusa-Torino e Parigi-Montreal. Musicalmente c’ho messo dentro spontaneamente tutto quello che mi piace, al solito senza farmi problemi: dal soul all’improvvisazione radicale.
Ci sarà la presentazione ufficiale qui a Catania con una band d’eccezione composta da nomi di spicco della scena, quant’è stato difficile metter su una band così numerosa e presumo presa da duemila impegni?
Si, il 5 gennaio farò un’anteprima live del disco al Centro Zo a Catania. Mi accompagneranno “9” musicisti: Mauro Felice (batteria) e Dario Serra (chitarra), con cui suono da vent’anni nei Suzanne’Silver, Andrea Romano aka Il fratello (tastiere), Giuseppe Sindona (basso) e Lorenzo Urciullo aka Colapesce (chitarra), con cui ho condiviso tra le altre l’esperienza Albanopower, Giovanni Fiderio (violino) dei Tapso II e Mashrooms, ci conosciamo da quando eravamo bambini, Salvo Barbagallo (sax) che ho conosciuto quest’estate al RARA, festival dedicato all’improvvisazione radicale, e Elaine Bonsangue (campionatore) con la quale condivido ogni cosa. Insomma sarà una grande festa. Mettere insieme tante teste non è mai facile, soprattutto perchè tra amici di lunga data si fa un bel casino quando ci si incontra, e naturalmente per gli intrecci di svariati impegni. Ma oltre al fatto che ognuno di questi amici è prima di tutto un gran musicista a sé, esiste già una conoscenza umana e musicale reciproca che ha permesso sin da subito di muoversi con disinvoltura sui brani. Stiamo girando un documentario attorno alla preparazione dell’evento e all’evento stesso, quindi prima o poi vedrete direttamente quasi ogni dettaglio di quello che sta accadendo.
Il tuo disco “9” è un punto di partenza o un punto di arrivo nella tua carriera artistica? Insomma, pensi d’aver raggiunto un livello tale da poter dire “Ok basta, ora vado in pensione”?
Assolutamente no. Considererei chiunque affermi una frase del genere solo un perdente. Non credo si possa arrivare a raggiungere un livello che non si possa oltrepassare… non avere la curiosità, la necessità o la forza di portarsi oltre, ti annullerebbe come artista. Per quanto riguarda “9”, lo vedo come un punto in un percorso, esattamente come tutti i dischi che ho fatto fin ora: ognuno rappresenta in qualche modo la fine e l’inizio di qualcos’altro.
Ci sono state alcune collaborazioni all’interno del disco? E soprattutto con chi avresti voluto collaborare?
Il disco è frutto di tante collaborazioni. Al suo interno ci suonano una ventina di miei collaboratori, amici e musicisti di estrazioni diversissime tra loro: membri di SMET e CoMET, Movie Star Junkies, Manuel Volpe Rhabdomantic Orchestra, Noise Delivery, Dead Cat In A Bag, Mediterraneo Radicale, ovviamente Suzanne’Silver, L.B.B., e tanti altri. Hanno registrato tutti separatamente, in seguito io ho montato maniacalmente suono per suono. Con chi avrei voluto collaborare? Semplicemente mi sarebbe piaciuto che tutti quelli a cui avevo chiesto di buttare qualcosa su queste mie canzoni fossero arrivati in tempo; ma sarà per il prossimo!
Probabilmente la tua musica non è alla portata di tutti e non di facile ascolto (parlando magari anche di album passati), cosa ti senti dire per convincere magari un ascoltatore medio ad ascoltare la tua musica?
Non penso che la mia musica sia o sia stata di difficile ascolto, magari in alcuni momenti è più ostica o più densa di contenuti. Chi magari ascoltando, reputa qualcosa come difficile o non alla sua portata, semplicemente dovrebbe accorgersi che è di fronte a qualcosa che non conosce e potrebbe benissimo farlo perchè ha tutti i mezzi e le capacità. Mi verrebbe da dilungarmi per pagine ma non è il caso: non penso ci sia musica facile o difficile (sia da ascoltare, che da fare), pensarlo è frutto di apparenze, inganni, comodità, passività, pigrizia, ignoranza; a mio avviso, per ascoltare ‘liberamente’ basterebbe curiosità, educazione, preparazione, interesse.
Dove ti vedi fra dieci o magari vent’anni? Visto che a mio modesto parere, un bel po’ di soddisfazioni te le sei già prese? Progetti di portare il tuo progetto all’estero?
Non ho idea. Sicuramente a fare musica, in studio, dal vivo, da qualsiasi parte, un posto vale l’altro, più o meno.