Aretusea Magazine

Blog

Gilberto e i Complici si raccontano

copertina album gilberto e i complici imbuto verde su sfondo blu

Ciao Gilberto, benvenuto ai nostri microfoni, partiamo subito con una domanda rompighiaccio, da dove parte la tua storia in musica? Com’è nata l’idea di avviare il tuo progetto musicale?

Faccio cose (e vedo gente) dal 2007 ormai. L’ultima idea, cioè di chiamare il progetto Gilberto e i Complici, risale al 2022. Siccome mi piace dirigere la mia musica, la sua forma e i suoi significati ma non metterci troppo la faccia (perché lo scopo della mia musica non è rendere famoso il mio volto), ho deciso di dare importanza ai Complici, cioè a tutti gli altri che gravitano intorno a me. Voglio valorizzare la grandezza del soprano Laura Presazzi, la bravura del chitarrista Trizio, la creatività nel rap di Hot Ice, e così via. Voglio essere un punto di riferimento dove, tramite la mia musica, siano gli altri a spiccare. E le canzoni di per sé.

Quali sono state le tue influenze principali che credi ti abbiano plasmato maggiormente nel tuo modo d’essere artista oggi?

Sicuramente i due estremi opposti sono Franco Battiato, per la componente spirituale, ed Elio e le Storie Tese, per l’eclettismo musicale e l’uso dell’ironia. Ma in mezzo c’è Peter Gabriel e la sua ossessione per le interconnessioni umane, che appartiene anche a me. Poi ci sono i Matia Bazar di “Tango”, Lucio Battisti dei dischi bianchi, le colonne sonore di Williams, Elfman e Zimmer, e altri ancora. Ma quest’anno ho scoperto una band degli anni ’80 e ’90 che ha monopolizzato i miei ascolti: i Cardiacs. Mi son riconosciuto, ascoltateli e scoprirete il mio alter ego britannico!

Parliamo del tuo ultimo singolo/videoclip, cosa ti ha ispirato maggiormente? Com’è nato il processo creativo che ha dato vita a Quanti di spazio?

L’anno scorso ho letto “Buchi bianchi” di Carlo Rovelli, fisico che ha teorizzato, assieme ad altri, che i buchi neri ad un certo punto si invertono, e quindi invece di attirare tutto in sé, sputano fuori la materia. E, come si spiega in “Interstellar”, il tempo dentro rallenta, e fuori accelera. Così, ho immaginato che Laura faccia un viaggio nel futuro, per raccontarci cosa vede. Il videoclip rispecchia l’entusiasmo della canzone, coi suoi colori vivaci, e soprattutto con gli asciugamani, perché bisogna ricordarsi di portare sempre con sé il proprio asciugamano! (Cit.)

Con chi ti piacerebbe collaborare in un prossimo futuro?

Sempre con i miei Complici. Al momento sono 7 cantanti, 4 attori e 1 ballerina.

Quali sono i tuoi prossimi passi/progetti?

Il 21 marzo 2025 debutterà il mio spettacolo teatrale e musicale “1527 – Roma è sicura”, al Piccolo Teatro di Padova. I Complici saranno tutti lì. È una storia ambientata nel Sacco di Roma, e lì verrà fuori tutto l’eclettismo musicale che desidero da sempre, finalmente giustificato dalla trama e dalle personalità dei personaggi. Dovevo arrivarci prima, che la mia dimensione è quella del teatro, più che della rock band, che è divertente ma per molti versi limitante.

Ci sarà possibilità di vederti dal vivo? Se “si” dove?

A parte lo spettacolo in arrivo, al momento i Complici non hanno concerti “normali”. Li sto cercando. Chissà, magari qualcuno leggendo queste righe si incuriosisce e coglie l’opportunità di avere una grande cantante, un grande chitarrista, e un tastierista compositore che dirige da dietro le quinte. E tanti ospiti, a seconda del posto dove ci troviamo. Scegliete noi , per una serata indimenticabile.

Instagram

copertina album gilberto e i complici imbuto verde su sfondo blu
Dai un voto al nostro Articolo