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I Kenotime si raccontano per noi

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Abbiamo intervistato i Kenotime scoprendo in anteprima il loro ultimo bellissimo singolo “Dehli”. Questo è il nostro risultato! Buona lettura!


1) Ciao ragazzi, abbiamo apprezzato il vostro ultimo singolo, come prima domanda per rompere il ghiaccio però c’interessava sapere chi siete davvero, nella vostra vita quotidiana?

Ciao a voi. Siamo molto felici che abbiate apprezzato il pezzo. Siamo due ragazzi, Riccardo Gatti e Marcello Spinetta, rispettivamente di 25 e 29 anni. Abitiamo in due regioni diverse, Lombardia e Piemonte, ma per fortuna a soli 15 km di distanza. Riccardo è uno studente di Ingegneria edile-Architettura a cui piace il cinema, leggere e che ovviamente ama la musica. Canta fin da quando è piccolino e non ne potrebbe fare a meno. Marcello è un attore diplomato alla Scuola del Teatro Stabile di Torino e recita nei teatri di prosa italiani da più di 5 anni. Tra i vari impegni sul palco cerca sempre di trovare del tempo per pendere in mano la chitarra e scrivere canzoni. Siamo due ragazzi estremamente semplici, a cui piace suonare, fare serate con gli amici e coltivare questo sogno musicale con impegno e dedizione.

2) Quali sono le difficoltà che un artista emergente trova nel suo cammino secondo voi?

Le difficoltà più grandi per un artista emergente sono legate, a nostro parere, alla elevata qualità presente nel mercato musicale e con la quale bisogna per forza di cose competere. Non parliamo della qualità del pezzo in sé, ma dei livelli di produzione audio e video, e della potenza mediatica che sta dietro un artista che riesce ad emergere.
Spotify e la produzione digitale in genere hanno alzato notevolmente il livello dei prodotti sul mercato. E spesso avere un risultato eccellente significa avere fondi di partenza adeguati, molto tempo per curare i dettagli (cosa che può mancare se si hanno nel frattempo carriere parallele) e anche una rete di contatti che possa aiutare a far girare il materiale. Noi abbiamo la fortuna di avere Riccardo che, essendo appassionato di cinema, riesce ad occuparsi in prima persona della realizzazione dei contenuti video, ad esempio. Abbiamo amici video makers che spesso ci prestano attrezzature di buona qualità senza costringerci a noleggiarle. Abbiamo amici ingegneri del suono con cui riusciamo a registrare ad ottimi livelli e con costi contenuti. Diremmo quindi che l’abilità di un emergente è quella di saper far fruttare le risorse a disposizione nel modo migliore, per poi buttarsi su un mercato veramente competitivo. La vera difficoltà sta nel dover proporre qualcosa che qualitativamente si avvicini ai “big” della musica, perché le orecchie del pubblico sono abituate a quello standard, ma con mezzi di partenza molto inferiori.

3) C’è ancora spazio in Italia? Avete pensato di espatriare?

Sinceramente non abbiamo mai pensato di espatriare. Il mercato italiano ci sembra molto vivo e pieno di opportunità. Per certi versi può apparire saturo di proposte ma per altri è in continua evoluzione. In Italia viene rilasciata e consumata molta musica, e il pubblico, pur essendo molto esigente, ha costantemente bisogno di nuovi stimoli e nuove sorprese.
E poi è un mercato molto vario. Ci sono artisti eccellenti e di conseguenza molta richiesta in tanti generi, dal rap alla trap, dall’indie al cantautorato, dal pop al reggaeton. Stiamo cercando di trovare un posto per noi in questo panorama così ampio. Di certo non è facile. Ma la gente ha sempre voglia di ascoltare nuova musica e nuove proposte. E questo ci fa ben sperare.

4) Perchè avete scelto “Dehli” com singolo?

Abbiamo un approccio molto istintivo nella scelta delle canzoni da pubblicare. Tendiamo ad accumulare più pezzi, almeno una decina ogni volta e poi tra questi a sensazione proviamo a fare una selezione. Un vero e proprio X Factor che ha come protagonisti i brani delle nostre demo. Le ascoltiamo come fossimo una giuria esterna e lasciamo in gara quelle che ci convincono di più. Fino ad arrivare alla scelta finale.
Ascoltando “Delhi” nel mucchio, proprio come era accaduto con Mrs. Firefly, il nostro primo pezzo, o “Non ci pensi”, ci siamo accorti che sarebbe potuta diventare una canzone vera e propria. Di quelle che ascolti una volta e forse ti puoi ricordare facilmente. Poi abbiamo cercato, rispetto alle precedenti, di curare ancora meglio il suono e la qualità complessiva del prodotto. Evolvendoci e provando a migliorarci. Ma il criterio di scelta è quello. Molto di pancia e di orecchio insomma.

5) Cosa ve ne pare dell’attuale panorama italiano e della fine dell’indie?

A questa domanda forse abbiamo già parzialmente risposto in precedenza. In sostanza, il panorama italiano ci affascina moltissimo. Ci sono tanti pezzi di qualità che circolano anche in circuiti non proprio mainstream. Questo significa che il livello complessivo è alto. Il che potrebbe giocare a nostro favore, ma lo prendiamo come uno stimolo per fare ancora meglio. Ci vengono in mente molti esempi, ma per citarne alcuni possiamo nominare la “pseudo trap” dei Tauro Boys oppure Ketama126. Gente che scrive roba incredibile e tuttavia non è ancora conosciutissima. Oppure il caso emblematico di Ernia, che con “Superclassico” è entrato in poco tempo nelle case di tantissimi italiani e nelle orecchie di migliaia di ragazze. Ma che stava facendo musica di altissimo livello già da anni. Anche per quanto riguarda l’Indie, non pensiamo sia arrivato alla fine, quanto più a un punto di svolta nella sua evoluzione. Siamo veramente felici di quello che sta accadendo alla musica in Italia. E non vediamo l’ora di entrare a farne parte.

6) Salutateci con una vostra frase contenuta in una delle vostre canzoni

Siccome siamo un mix di entusiasmo e nostalgia, abbiamo deciso di salutarvi con una frase di “Delhi” che racchiude entrambi i sentimenti: “La vita che ci rimane è come sabbia tra le dita, come un pezzo da ballare a festa finita”. E allora ciao e buona danza a tutti voi.

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Kenotime – 1

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