Abbiamo recensito l’album d’esordio di Lorenzo Giannì intitolato Gramigna, uscito per Seahorse Recordings. L’album presenta svariate caratteristiche che colpiscono subito all’orecchio, queste le impressioni di Alberto Di Priolo.
Lorenzo Giannì, 20 anni, siracusano ca scoccia, comincia a comporre all’inizio delle superiori e, come molti alla sua età, si trova anche a suonare in diverse band come chitarrista.
Nel 2016 incide il suo album di debutto Gramigna, di cui è l’autore dei testi e per il quale registra le voci e tutti gli strumenti (fatta eccezione per la batteria di Paolo Scuto), senza dubbio facendo un grosso passo avanti rispetto ad un qualsiasi imberbe che imbracci una chitarra al liceo.
In Gramigna, pubblicato a febbraio da Seahorse Recordings, Giannì comincia a battere il suo proprio percorso musicale, non rifacendosi necessariamente alle forme tradizionali della canzone e provando l’accostamento di generi diversi, ricercando la giusta alchimia.
Ne deriva un album molto eterogeneo nella forma e nello stile, in cui l’artista ci mostra il suo eclettismo passando dal pop al rock progressive e dalla musica brasiliana all’elettronica in poco meno di 50 minuti. Suggestivi i testi che, sebbene non siano sempre di immediata comprensione, lasciano intravedere un autore che ha qualcosa da dire, e che prova ad esprimerla in una maniera intimamente personale.
L’energia e la freschezza con cui l’artista ci apre il suo mondo musicale fanno perdonare alcuni aspetti meno convincenti di Gramigna come l’eccessiva varietà, che rende faticosa la percezione dell’album come un unicum, ed il limitato controllo della voce del Giannì cantante, che non sembra essere all’altezza del Giannì musicista.
Nel suo album di debutto l’artista mette tutte le sue carte in tavola: i testi ricercati ed il polistrumentismo sono al servizio del desiderio di realizzare il suo progetto cantautorale, che è appena cominciato e di cui sentiremo sicuramente parlare ancora in futuro.
Ascolta l’album in streaming qui