Siamo sempre a caccia di cantautori emergenti (e non solo) che riescano a dire qualcosa di diverso (o in più) rispetto al resto del cantautorato nazionale. Questo è il caso di Luca Sammartino che con la sua “What a Shame Mary Jane” ci dimostra che le chitarre distorte sono ormai ritornate! Buona lettura!
Luca Sammartino, raccontaci pure del tuo progetto.
Ciao! Il mio progetto solista Luca Sammartino nasce nel 2017 quando con il singolo benefico “Blu”: dopo la scomparsa di una mia cara amica, ho scritto la canzone ed insieme ad alcuni amici ed amiche abbiamo dato vita ad un progetto benefico legato al brano per raccogliere fondi destinati poi all’AISM. Da quest’esperienza è nata poi l’associazione benefica “Amici di Blu”. Dopo ho continuato per qualche anno solo come content creator, dedicandomi principalmente alla nascita di 0371 Music in cui lavoro come ufficio stampa musicale, ed adesso ho ripreso a tutti gli effetti la produzione di nuova musica, grazie alla collaborazione con i Fenomeni: Marco Fapani, Christian Anfossi ed Andrea Cattarina.
Vivi con la musica da tanto tempo, da dove arriva questo tua passione?
Non credo abbia una nascita precisa, credo sia stata una cosa naturale. Uno dei primi ricordi che ho sono io a 3 anni che imito Ligabue con una chitarra fatta col cartone del detersivo ed occhiali da sole più grandi di me. Durante l’adolescenza sono arrivati i Green Day e con internet ho potuto esplorare tutta la musica che volevo e… siamo qua!
Quant’è importante saper comunicare oggi la propria musica secondo te?
E’ fondamentale. Viviamo nell’era della comunicazione e per assurdo la cosa che dobbiamo imparare è ciò che ci caratterizza come essere umani: comunicare. Col fatto che la nostra soglia di attenzione si è abbassata notevolmente dobbiamo essere in grado di fare centro in pochi secondi se vogliamo arrivare al pubblico. Ormai è parte del mestiere.
Parlaci di “What a Shame Mary Jane”, come nasce?
Nasce dal titolo e dalla linea melodica del ritornello che mi si è piantata in testa per mesi, unita ad un periodo non molto felice della mia vita. Forse anche un po’ di scorie e di stress che mi portavo dal primo lockdown sono confluite in tutto ciò fino alla realizzazione del fatto che forse lasciandole andare e parlandone in una canzone sarebbe stato meglio. L’ispirazione è arrivata da un canale YouTube di una ragazza italiana a New York ed ho pensato che fosse molto musicale. Mi è arrivata la melodia del ritornello e poi la canzone è nata da sé.
Pop punk e si ritorna a sognare le vecchie glorie del pop punk anni 2000, non pensi sia rischioso essere leggermente fuori trend musicale?
Il pop punk è talmente fuori trend in Italia che in America molti trapper si sono avvicinati palesemente a questo sound, facendo anche delle cose molto interessanti. Credo ci sia anche tutta la mia generazione che ha ancora voglia di questo sound e credo sia il momento migliore per farlo tornare in auge!
Cosa farai appena passerà la pandemia? Concerti? Girare l’Italia in lungo ed in largo? Progetti futuri?
Spero concerti su concerti di concerti con concerti! Ho una voglia matta di suonare in giro. Mi piacerebbe andare a trovare le persone che mi seguono ed incontrarci dal vivo, suonare, cantare, fare festa. In tutta Italia. E’ un piccolo sogno che coltivo da tanto tempo. Nel frattempo preparatevi a nuovi singoli ed all’EP Frugo nel frigo dopo l’estate: il rock ‘n’ roll è tornato! 🙂
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