Neil Lucchetta
Neil Lucchetta, che con il suo ultimo album “Black Flowers” ispirato a “I Fiori del Male” di Baudelaire, uscito per la Seahorse Recordings, ci ha di recente dedicato del tempo per un’intervista! Ci ha raccontato un po’ di tutto..tra passato, presente e futuro! Neil Lucchetta
Qui di seguito, l’intervista integrale.
Oggi parleremo della tua ultima fatica “Black Flowers” ma non solo, faremo qualche passo indietro negli anni. E’ noto che già all’età di 14 anni scrivevi testi in lingua inglese, parlami un po’ di questo. Neil Lucchetta
Ciao a tutti! ho iniziato a 14 anni a suonare la chitarra e, con i primi accordi imparati, ho iniziato anche a scrivere le prime canzoni in lingua inglese.. e da allora non mi sono più fermato! I miei genitori sono grandi appassionati di Neil Young (da qui il mio nome, che non è solo un nome d’arte.. è il mio vero nome!), mio padre suona la chitarra e canta, mi ha trasmesso questa grande passione per la musica e io, ascoltando molte band indie americane e inglesi, negli anni ho cercato di creare uno stile tutto mio. Neil Lucchetta
Hope Leaves ti dice qualcosa? Nel 2004 hai fondato questo gruppo con il quale hai inciso una demo e successivamente un album, ovvero “Till the rainbow starts to shine”. Cosa hai accumulato da quell’esperienza?
Gli anni con gli Hope Leaves sono stati indimenticabili, registrare quell’album è stata un’esperienza bellissima, anche perché era la prima volta che entravamo in uno studio di registrazione vero e proprio! Abbiamo fatto molti concerti insieme e musicalmente questo progetto mi ha fatto crescere molto.
Dopo lo scioglimento degli Hope Leaves, hai intrapreso la carriera solista. Parlami di questa decisione.
Beh, diciamo che già prima degli Hope Leaves ero solista, quindi sono solo tornato sui miei passi.. Con la band sentivamo che qualcosa non funzionava più, quindi abbiamo deciso di scioglierci. Dentro di me però avevo ancora cose da dire e c’erano tante altre canzoni da registrare!
Da solista hai inciso “Apart” con la Garage Records, tutti i brani contenuti in questo album trattano un tema “personale” e soggettivo…è vero?
Si, quando ho registrato Apart stavo passando un bruttissimo momento, gli Hope Leaves si erano sciolti da poco, avevo perso il lavoro e anche la ragazza con cui stavo da tempo.. così decisi di racchiudere in un album le canzoni più rappresentative di quel periodo, 10 brani che parlano di separazione.
Adesso veniamo a “Black Flowers”, il tuo ultimo lavoro di successo, registrato negli studi della Seahorse Recordings. Qual è stato l’input che ti ha permesso di incidere questo nuovo album? E come è stato collaborare con la Seahorse?
Con Apart avevo creato una specie di album a tema.. mi piaceva l’idea ed ho deciso di portarla avanti anche per gli album successivi. Black Flowers contiene brani ispirati allo Spleen et Idéal di Baudelaire. Le canzoni erano già pronte, per caso ho conosciuto Paolo Messere della Seahorse che mi ha proposto di registrare l’album nel suo studio. Abbiamo registrato tutto in 15 giorni, è stata una bellissima esperienza!
Che mi dici della collaborazione con Ake e Andrea per la registrazione di Black Flowers? Amici nella musica o non solo?
quando mi sono accordato con Paolo per registrare Black Flowers ero ancora solista, le canzoni erano concepite per chitarra e voce.. due mesi prima di partire ho conosciuto per caso Andrea e Ake e abbiamo riarrangiato i pezzi a tempo di record! insieme abbiamo un’affinità incredibile, credo sia la prima volta che mi succede.
Hai uno o più brani preferiti in Black Flowers? Se sì, quali sono e quali preferisci di più suonare dal vivo.
il mio preferito è “Blank Sheet”, che infatti è il singolo dell’album. Parla del blocco dello scrittore, quel momento in cui vorresti scrivere ma non riesci a mettere le tue emozioni su carta… credimi: è frustrante! Ogni volta che la suono mi da un senso di libertà indescrivibile, è come se esorcizzassi il blocco dello scrittore! Dal vivo mi piacciono tantissimo Chains e Clown, mi danno la carica!
Cosa pensi della musica indipendente oggi? Il successo è davvero importante o preferisci la crescita personale?
La crescita personale è importantissima, con la mia musica mi piacerebbe raggiungere più persone possibili, riuscire a toccare il loro cuore con le mie canzoni, spero possa accadere un giorno!
Tornando all’album, parlami dell’evidente ispirazione alla celebre raccolta di Charles Baudelaire, “I Fiori del Male”.
Amo quel libro e le tematiche trattate, con Black Flowers ho voluto rendere omaggio ad un grande artista come Charles Baudelaire, raccogliendo 11 canzoni che trattano il tema della noia esistenziale visto con i miei occhi, con le mie esperienze..
Album decisamente più rock rispetto alle tue precedenti esperienze, non è vero?
Ake e Andrea sono riusciti a tirar fuori il lato più “cattivo” di me! stiamo preparando le canzoni per il prossimo album e devo dire che il sound si è irrobustito ulteriormente. io ascolto molta musica metal estrema e non posso che essere contento di questa nuova direzione che ho preso!
Bene..direi che siamo arrivati alla conclusione. Speriamo in un tuo successivo lavoro e ti auguriamo tanta fortuna per il futuro. Grazie mille per l’intervista, a presto, Neil!
Grazie mille a voi!
E per finire, vi lasciamo con un video..SPLEEN, buona visione e buon ascolto!
Intervista a cura di Silvio Vintaloro