Ciao ragazzi, grazie per aver accettato il nostro invito virtuale! Cominciamo subito rompendo il ghiaccio… potete dirci qualcosa in più sul nome della vostra band?
Ciao! Prima di tutto grazie per l’invito, siamo stati felicissimi di accoglierlo! Il nome Pitwine è in realtà la contrazione di Percoc in the Wine. Abbiamo voluto “internazionalizzare” scherzosamente una preparazione tipica della nostra Campania, ed in generale del sud Italia: si prende del vino ghiacciato (le scuole filosofiche sono divise sul fatto che debba essere rosso o bianco) e si mettono a bagno i pezzi di pèsca, ecco fatte le percoche nel vino, ma non devi consumarle subito, devi lasciarle un po’ di tempo a macerare. La frutta avrà assunto un po’ del sapore del vino e, viceversa, il vino saprà di percoche. E’un’immagine forte della fusione, della commistione, che ci accompagna nelle scelte e nella creazione sia dei testi che delle musiche. Se volessimo fare i nobili potremmo anche dire che è un omaggio partenopeo a quelle Peaches in Regalia di Frank Zappa. Ma nobili non siamo e facciamo finta di non averlo detto!!
Com’è nato il vostro progetto?
Pitwine nasce come voglia di tre amici (poi diventati quattro) di mettere in musica le proprie passioni, provando a dire qualcosa di diverso (non necessariamente intelligente XD) in maniera scanzonata. Il primo nucleo comprendeva Lelio alla chitarra e voce, Alessandro al basso e Luca alla batteria. Nel tempo si è aggiunto Luca Iovine alle tastiere che da poco ha preso una strada diversa. Recentissimamente si è aggiunto come ulteriore chitarra il Maestro Enzo Di Giovanni che viene dal Jazz Fusion. Ognuno di noi ha un suo background musicale diverso dagli altri e proprio questa diversità ci permette di mettere insieme tasselli diversi che risultano in un’amalgama omogenea.
Il vostro stile è un po’ contro tempo, non avete paura di rimanere inascoltati dalla massa?
Domanda lecita, ma se consideri che uno dei nostri modelli sono i King Crimson, gruppo cardine del Progressive Rock. Qualche settimana fa ho visto che su Youtube il video di una loro esecuzione di Heroes di Bowie contava qualche decina di migliaia di visualizzazioni che, oggi, sono pari a zero. Bene se quelli sono per noi dei mostri inarrivabili la cui qualità e cifra stilistica è superiore al 90% di ciò che sentiamo in giro non ci spaventano i nostri piccoli numeri. E’pur vero però che la musica “pensata” sta rivivendo un piccolo ritorno, forse unico, in mezzo a tanti gruppi tributo o cover, ai quali va il mio rispetto perché la musica è fatta anche di esecuzione e non solo di creazione.
Com’è nata la collaborazione con la vostra attuale etichetta?
Il primo contatto è stato casuale, ma sin dal primo istante abbiamo avuto la netta impressione di avere a che fare con dei professionisti. Salvatore e la Layell tutta sono persone che tengono alla musica, la loro scuderia è di altissima qualità, e noi siamo fieri di esserne parte
Raccontateci della vostra esperienza in studio.
Proprio l’ultimo “giro” di registrazioni è stato altamente positivo e propositivo. Abbiamo conosciuto uno studio di registrazione, la Xone Studios di Grazzanise, in provincia di Caserta. Si tratta di un gruppo di giovani professionisti realmente dotati, in gamba e che svolgono il lavoro di producer fino in fondo. E’difficile trovare persone che siano aperte mentalmente, che sappiano consigliare anche nel lavoro di stile che c’è dietro una registrazione, che rimarrà impressa. Tutto questo con Raffaele, Alessandro, Cristian e Michele lo abbiamo trovato. E, oltre ad essere dei bravi professionisti, sono realmente simpatici ed in gamba. Li consigliamo assolutamente
Quali sono i vostri progetti futuri?
Al di la dei live, proprio domani primo maggio abbiamo un doppio appuntamento (nel pomeriggio in Piazza della Repubblica a Pozzuoli in seno al Jazz Festival dei Campi Flegrei ed in serata all’Area ex Stazione Circumvesuviana di Marigliano per Occhio all’ingranaggio), nell’immediato dobbiamo continuare a registrare i brani che andranno a comporre l’LP: abbiamo diversi brani arrangiati pronti per essere messi “nero su bianco”. Tutto questo sempre “contro vento” ma non in maniera snob: il pubblico che ci segue sa che difficilmente troverà sole cuore amore nei nostri brani ma nemmeno disprezziamo chi persegue una via più lineare. Poi si tratta di questioni esistenziali: c’è chi vuole vivere in 4/4 e chi in 7/8, al mondo c’è spazio per tutti. Ciao!
Video: https://www.youtube.
Facebook: https://www.
Spotify: https://open.spotify.