Ritornano con un nuovo disco i Turi Mangano Orchestra, li abbiamo intercettati e questo è il nostro personalissimo contributo! Buona lettura!
Turi Mangano Orchestra, vi conosciamo già da un bel po’ e vi abbiamo abbastanza apprezzato, rivedervi è davvero bello, cos’è cambiato in questi anni di apparente “silenzio”?
Dal punto di vista emozionale sono stati tre anni molto impegnativi: c’è stata molta vita che ci ha distratto dal progetto ma alla fine siamo riusciti a realizzare il disco che avevamo in mente. Ci sarebbe piaciuto fare molte più serate dal vivo ma, con l’assenza di Paolo, il nostro chitarrista, all’estero per impegni di lavoro, anche da quel punto di vista le cose sono andate un po’ a rilento. Così abbiamo passato il tempo continuando a provare e a scrivere nuovi pezzi. Abbiamo anche registrato l’album una prima volta ma non eravamo molto contenti del risultato. Non a caso, una volta tornati in sala di registrazione, abbiamo cambiato anche la scaletta.
Il vostro ultimo singolo ha sicuramente il vostro marchio di fabbrica, c’è qualcosa che però avreste voluto fare diversamente? Siete pienamente soddisfatti del vostro lavoro?
Possiamo ritenerci pienamente soddisfatti. Altrove è una canzone nata in sala prove, tra una pausa e l’altra. Di solito si inizia a improvvisare, o partendo da un reef di chitarra o da un’idea mia che faccio ascoltare ai ragazzi. Ci ha tenuti impegnati per diversi mesi ma poi abbiamo trovato il suono giusto. Sono soddisfatta anche del lavoro che ha fatto Marco con il testo, non è semplice parlare di Alzheimer con “leggerezza”, specie quando sei dentro alla situazione. Anche l’idea di Emanuele per le riprese del video mi è piaciuta molto ed è riuscito a rendere il montaggio di Altrove molto poetico.
C’è mai stato qualcuno che vi abbia mai chiesto: “Perché non andate ad un talent”? Noi possiamo immaginare la vostra risposta, ma vorremmo sentire la vostra risposta (se c’è)
Io credo di essere tagliata fuori dai talent, essendo più che maggiorenne. Ho chiesto ai ragazzi cosa ne pensassero, essendo loro molto giovani, ma hanno preferito non rispondere. Confesso che di recente mi è capitato di seguire qualche puntata di X-Factor, più che altro perché simpatizzavo per uno dei giudici, ma non credo che la nostra musica sia adatta a quel tipo di contesto. E, forse, non lo saremmo nemmeno noi.
Il vostro ultimo singolo è davvero emozionante e voi, siete sempre impegnati in certe tematiche senza lasciare nulla a caso (a partire dagli arrangiamenti fino ad ogni singolo parola), raccontateci il vostro processo creativo e come nascono le vostre canzoni.
Con il tempo abbiamo modificato il nostro modo di comporre. Mentre prima le canzoni nascevano in solitudine tra me e Marco, l’autore dei testi, ora proponiamo un’idea musicale alla band e poi ci lavoriamo sopra tutti assieme. A volte la struttura del pezzo resta uguale e altre volte si cambia qualcosa, un accordo o un reef. Il testo è sempre l’ultima cosa che viene aggiunta e, a sua volta, deve avere dentro un “suono”, dev’essere qualcosa di musicale, minimale e suggestivo.
Quali sono le canzoni del prossimo disco a cui vi sentite più legati?
Sicuramente Altrove, per quello che racconta e che rappresenta. Poi aggiungerei anche Mai come adesso. La struttura di questa canzone è nata quasi di getto. Ho lavorato alla melodia per circa un mese cercando di smussare dei passaggi che la rendessero meno complessa e più scorrevole. Dopo averla fatta sentire ai ragazzi abbiamo lavorato per gli arrangiamenti. È l’unico brano di tutto il disco dove, con grande sforzo, sono riuscita a scrivere anche il testo, con la supervisione di Marco.
Dove vi vedete tra dieci anni?
Dieci anni sono tanti, chi lo sa? Diciamo che forse mi piacerebbe essere in Costa Rica, per vivere come ho sempre sognato: con i piedi nell’acqua e il verde attorno. Ovviamente continuando a fare musica.
https://www.facebook.com/tmorchestra/