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Verdena, oltre vent’anni di musica.

Abbiamo intervistato i Verdena, storica band bergamasca in tour con il suo ultimo lavoro Endkadenz v. 2 che non conosce limiti spazio temporali. Questa è la loro intervista per i lettori di Aretusea Magazine.


State tornando adesso dal tour in sud Italia, come vi siete trovati qui in Sicilia, a Catania ed in generale quale accoglienza vi ha riservato la Sicilia?

A livello caratteriale i bergamaschi rispetto ai siciliani sono molto più chiusi, ci siamo trovati molto bene, devo dire.. ogni volta che veniamo in Sicilia siamo contentissimi, riceviamo un sacco d’affetto sia a livello personale che a livello di pubblico. Forse questo giro è stato un po’ strano perché a Palermo abbiamo suonato in un teatro, la gente era seduta e distante, si sentiva la lontananza fisica. Tra l’altro volevo puntualizzare un attimo la questione del concerto del Barbara, probabilmente molti pensano sia stata colpa nostra, invece ci è dispiaciuto molto che la serata sia andata in un certo modo. Molto semplicemente, se un locale ha una capienza di 500 persone, non si può contenere un numero maggiore. 

E’ capitato altre volte?

Quest’anno no, durante il tour di Wow probabilmente più di una volta; quando accade  è nostra premura non suonare più in quei locali, a meno che non ci assicurino che le cose vadano in un certo modo. Non torniamo spesso nella stessa città, quindi preferiamo che il nostro concerto sia un’esperienza piacevole da ricordare. Non vogliamo che le persone non tornino in un locale, dove siamo stati, perché abbia paura di un over booking e di non godersi il concerto. Ci tenevo a dirti che ci siamo rimasti male. Verdena Verdena Verdena Verdena

Suonate da vent’anni ed ancora non avete fatto un “best of” od un “cd live”, non siete legati a certe logiche di mercato, ciò denota che non arrivate mai al punto di non sapere cosa dire e quindi di proporre uscite discografiche strategiche, da dove deriva tutta questa voglia?

Non abbiamo mai preso la musica come un lavoro, è un bisogno, una passione, per dirtela tutta la cosa del “cd live” l’abbiamo fatta togliere dal contratto a prescindere. Non siamo mai scesi a certi compromessi. Verdena Verdena Verdena Verdena

Vi hanno già proposto un contratto migliore per poi diventare più “commerciali”?

Quando abbiamo firmato il primo contratto discografico, la nostra priorità era quella della libertà artistica. Abbiamo una major, ma abbiamo sempre messo in primo piano la nostra libertà. Ad esempio andare in televisione è un compromesso ma fino ad un certo punto, prima non volevamo apparire in televisione, poi nel 2011 andammo perché ci siamo detti che ne valeva la pena provare ed arrivare magari a quelle persone che non usavano i soliti canali mediatici. Farci ascoltare è la nostra priorità. Il padre di famiglia che non compra Rumore, ha la televisione accesa e ci ascolta. E’ solo un limite mentale che siccome facciamo rock abbiamo un certo tipo di pubblico. Un’altra cosa che abbiamo fatto è stata andare da Fazio, potevamo raggiungere milioni di persone, perché non farlo? Verdena Verdena Verdena Verdena Verdena

Il problema delle band con alle spalle un bel po’ di storia è quello di sentire la classica frase “erano meglio prima”, non sentite una forte pressione da parte del pubblico e della critica?

No, purtroppo non possiamo accontentare tutti, ci abbiamo rinunciato. E’ impossibile. Ogni giorno riceviamo opinioni diverse, noi andiamo per la nostra strada. Ad ogni concerto ci chiedono canzoni diverse, alcuni sono legati ai dischi vecchi, altri sono legati a pezzi più recenti. Ognuno è libero di pensarla ed affezionarsi a ciò che vuole ma non può incatenarci, questo è quello che vorrei dire a loro, ben venga che un fan sia più affezionato ad un disco di dieci anni fa ma non puoi pretendere che noi andiamo a rifare roba vecchia perché è una piccola involuzione, è assurdo, dobbiamo continuare il nostro percorso creativo. Verdena Verdena Verdena Verdena

A quale album siete più affezionati?

Ci affezioniamo ad ogni disco in particolare al disco nuovo che stiamo promuovendo, perché più è più fresco. Verdena Verdena Verdena Verdena

Sono passati vent’anni da quando siete in giro, cosa notate in generale? Le difficoltà dei gruppi sono sempre le stesse? Ci sono meno orecchie ai concerti?

E’ cambiato moltissimo rispetto a quando abbiamo iniziato, ciò che ho osservato è che da un certo punto di vista è cambiato il modo di ascoltare la musica, prima dell’avvento di internet la musica si ascoltava in maniera meno superficiale perché era più difficile reperirla. Quando eravamo ventenni ascoltavamo i Kyuss e sapevamo tutto di quei dischi, l’anno, il produttore, il fonico, però ho notato che adesso con il fatto d’internet è tutto molto più freddo, è difficilissimo che la gente si affezioni ai dischi interi. L’altra cosa che ho notato è che con il passar degli anni son sempre meno i discografici veri e propri. Negli anni novanta erano personaggi importantissimi adesso invece i discografici cercano solo ciò che il pubblico vuole. Il nostro primo discografico era  molto carismatico, anche se avevamo molta libertà, era proprio un personaggio importante. Oggi invece non vedo più queste persone, son tutti consapevoli che le cose vanno per moda, questo deriva dal fatto che c’è stata una forte crisi discografica.

I piccoli gruppi non riescono ad emergere perché le persone non vanno ai concerti…

Li c’è anche il problema della crisi economica, bisogna andare alla radice del problema. Un gruppo emergente magari ha bisogno di suonare senza pretese. Noi abbiamo fatto centinaia di concerti andandoci pure sotto, era importante farci conoscere, non volevamo fare soldi. Oggi magari i gruppi peccano di umiltà e non hanno molta voglia d’investire (anche denaro), magari i locali potrebbero pure fare serate free entry e permettere a più persone di seguire i concerti.

Magari è pure colpa dei talent che vertono tutta l’attenzione verso pochi artisti e non lasciano più che le persone vadano ai concerti a scoprire qualcosa di nuovo…

Assolutamente si.

L’ultima domanda e ti lascio andare, ormai siete quasi nell’olimpo, oltre voi non riesco ad immaginarmi altro, a parte i Pooh, dove volete arrivare, non ditemi la classica frase fatta che volevo “solamente suonare”…

A livello artistico non saprei perché ogni volta che ci chiudiamo in sala non sappiamo mai cosa succederà. Il nostro obiettivo è quello di cercare di fare qualcosa all’estero, farci conoscere pure oltre i nostri confini, ci abbiamo sempre provato ma per il rock italiano è molto difficile. E’ proprio dura. Anche perché non bastano serate sporadiche all’estero, non ci accontentiamo, abbiamo bisogno di qualcosa di più concreto e di un progetto a lungo termine anche lì. E’ uno stimolo per non fermarci mai e per non pensare d’esser arrivati, perché altrimenti non avremmo più creatività ne altro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Verdena – Colle immane

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