Abbiamo intervistato Enrico Vetro, giovanissimo cantautore che con il suo nuovo singolo “Il mio ruolo” ci regala un degno antipasto per i prossimi futuri lavori! Buona lettura
Ciao Enrico, cominciamo subito, perché Enrico Vetro?
Ciao! Enrico Vetro perché volevo ricominciare da capo sotto ogni punto di vista. Fino a qualche mese fa ero ancora “La stanza di vetro” ma non mi piaceva, troppo lungo ed ostico da pronunciare, e soprattutto recava ancora con se le cicatrici del vecchi gruppo di cui facevo parte prima della pubblicazione del mio primo EP “Al buio” dello scorso marzo 2017. Avevo necessità di rendere il progetto più mio più personale perciò ho deciso di accettare un prezioso consiglio che mi era stato dato e di aggiungere il mio nome davanti alla parola “vetro”, parola che scelsi tempo fa proprio per le sue affinità con la mia musica fatta di riflessi, punti di vista che distorcono ciò che si vede, trasparenze e frammenti che possono diventare taglienti. Proprio come i testi dei miei brani.
Parlaci dei tuoi lavori e dei cambiamenti che ci sono stati durante la tua carriera.
Carriera è una parola grossa. All’inizio mi chiamavo “La stanza di vetro”, che non era altro che il nome del gruppo di cui ho fatto parte per molti anni e con cui sono cresciuto umanamente e musicalmente. Pubblicammo per conto nostro un primo singolo per gioco chiamato “Le tue manie”, che ci fece capire in che direzione volevamo andare, venendo da un passato fatto di mille sperimentazioni e generi diversi ma sempre e comunque con pezzi scritti da noi. Da li a due anni il gruppo ha subito numerose peripezie e cambiamenti anche drastici e me ne sono voluto far carico in tutto e per tutto essendo già io da tempo a scrivere i testi e le melodie principali dei brani, non che per necessità di intraprendere dal basso questo percorso. Così, solo, inquieto e soddisfatto, dopo aver ricevuto dall’etichetta Bananophono e dal suo management di Nufabric Records l’invito a fare un primo Ep insieme, nel marzo 2017 ho pubblicato con il moniker “La stanza di vetro” il mio primo Ep intitolato “Al buio”, fatto di 5 brani, uno dei quali prodotto con Enrico Roberto e Bebo Guidetti de Lo stato sociale. Con loro ho prodotto anche un secondo brano che uscirà più in là. Da qui ho deciso di rendere il progetto ancora più personale aggiungendo il mio nome davanti a “vetro” e di ricominciare quasi da capo con questo nuovo singolo “Il mio ruolo” che segnerà la fine e l’inizio del percorso che voglio intraprendere davvero sia per quanto riguarda la mia identità umana che artistica.
Per quanto riguarda il tuo ultimo singolo, vuoi raccontarci qualche aneddoto? Come mai hai scelto proprio “Il mio ruolo”?
Certo. Questo brano nasce dalla necessità, dato che fino ad ora ho scritto sempre e solo per necessità di esprimermi nel modo a me più affine, di raccontare un momento preciso della mia vita. Un periodo forse durato anni ma ormai giunto al termine. Un periodo minato dal bisogno di trovare un posto, un “ruolo” delle mie misure, in questa società, in grado di corrispondere al meglio ciò che sono e ciò che desidero. Un po come tutti credo. In passato ne ho fatte davvero tante di cose, giuste e sbagliate (anche se forse sono di più le sbagliate) proprio per il bisogno di trovare da solo la mia strada, la mia rotta. Eppure sono riuscito a guardare la realtà così com’è e farla mia, a viverla da protagonista senza dipendere da essa, bensì appartenendole, come accade spesso in amore, solamente quando ho capito che ciò che conta davvero non è la rotta ma il viaggio. Perché è stare a ciò che ci accade istante dopo istante senza ansia dei risultati che ci permette di vedere le cose così come sono davvero. Abbiamo sempre la pretesa di creare il nostro destino quando invece il segreto è esserne protagonisti. Come per Ulisse. Se Ulisse non avesse dovuto affrontare mille peripezie o non fosse riuscito ad affrontarle, probabilmente non sarebbe mai tornato a casa o comunque non sarebbe tornato cambiato e maturato nel cuore. Si chiama esperienza. E l’esperienza vera è quella che ci cambia il modo di guardare le cose, e di vederle come parte di un puzzle più grande. Altrimenti sono solo circostanze. Detto questo. “Il mio ruolo” senza una fine ed un inizio e proprio con questo brano ho voluto chiudere un percorso sia di vita, sia di scrittura e composizione dato che i pezzi che usciranno a partire da questo autunno saranno proprio come ciò che voglio per me e per il mio futuro e cioè calma, riflessione, profondità e lealtà al reale di fronte a qualunque tipo di situazione, spiacevole o piacevole.
Quali sono le difficoltà che potrebbe trovare nel proprio percorso un artista emergente come te?
Ce ne sono tante. Per farla breve. Sicuramente il mare magnum di piccole e medie realtà discografiche in cui ci troviamo in questi anni crea molta confusione e fa si che il massimo a cui si può aspirare sia qualche anno di gloria sui social per poi essere dimenticati. Questo probabilmente perché l’interesse principale delle piccole e medie etichette di oggi è più far soldi che credere davvero in un’artista e investire su di lui. So però che ci sono realtà migliori in cui è possibile trovare la persona che crede e investe su di te e ti accompagna in un percorso. Certo alla base deve esserci talento, determinazione, sacrifici e molto lavoro. Nel mio caso specifico posso dire che il problema principale è quello del luogo in cui vivo, cioè Macerata, e da cui proprio per queste ragioni, me ne andrò all’inizio di quest’anno per fuggire a Milano, dove saprei meglio come muovermi e da dove partire.
Cosa dobbiamo aspettarci dai tuoi prossimi lavori?
A fine settembre, prima metà di ottobre al massimo uscirà un mio nuovo singolo completamente differente per sound, genere e modo di scrivere i testi. Sarà quello che in qualche modo considererò il mio primo vero singolo. E da lì in poi ne usciranno altri due fino al disco nei primi mesi dell’anno che verrà.
Quando potremo ascoltare il tuo prossimo album o vederti dal vivo?
Dal vivo credo che salvo imprevisti da novembre in poi ricomincerò a girare con i pezzi nuovi, di cui “Il mio ruolo” non farà parte per sound e intenzione del brano. Dico “credo” perché appunto in questo momento la mia maggiore preoccupazione è proprio il mio primo disco, che uscirà nei primi mesi del 2019 tra gennaio e marzo al massimo. Ho bisogno di farlo dal momento che ho maturato una mia identità diversa dai brani usciti fino ad ora e sento di dover dare rilievo ad essa singolarmente attraverso la produzione di un disco che mi caratterizzi fino in fondo e che sto già preparando. Da settembre inizierà a tirare fuori piano piano nuovi singoli, che più mi corrispondono e chissà, magari cambio nome, faccia, sesso… sesso magari no.
https://www.youtube.com/watch?v=BGqTsFDAwlI&t=1s