Abbiamo incontrato William Voi, in arte William Wilson, cantautore siracusano che incanta e rapisce qualsiasi ascoltatore con un sound ricercato e raffinato! Buona lettura!
Ciao William! Cominciamo con la prima domanda, parlaci della tua storia (ovviamente artistica)
La mia storia inizia tra il 2009 ed il 2010 quasi per gioco, avevo degli amici che facevano cover rivisitate di Vinicio Capossela quindi chiesi al chitarrista di suonare con loro, da lì è nata l’idea di cominciare una carriera solista come William Wilson per far venir fuori quello che sono veramente, è nato tutto mettendo in musica le poesie di poeti del passato. Nel frattempo ho sempre scritto canzoni, prima per le band in cui suonavo e poi ho cominciato a pensarle solamente per me, chitarra e voce. La mia idea di cantautore è quella di recuperare roba che non è stata valorizzata prima per poi darle un senso in più mettendola in musica. Da lì è nato tutto, ho cominciato ad acquisire fiducia e dal 2010 ad oggi ho sfornato quattro dischi. Per scherzo è nato tutto, per mettermi in gioco, una sfida con me stesso.
Ci sono cantautori che non riescono a suonare con una band, altri che invece vogliono l’aiuto di tutta la band e lavorano in squadra, tu lavori in tutti e due casi o da solo o con una band, in quale figura ti rispecchi di più?
Innanzitutto è sbagliato dire “non voglio una band”, non è detto che quello che hai in testa è la verità assoluta, una band può aiutarti a portare a termine e migliorare quello che hai in mente. Mi trovo a mio agio nei Siranda perché lì canto solamente, mi concentro in ciò che so fare meglio e mi viene naturale, come William Wilson è stato un processo abbastanza faticoso.
Hai avuto una band di supporto al progetto William Wilson?
Si, ho avuto una band ma è durata poco, più siamo, più teste ci sono, il disco nuovo però ha visto la collaborazione di molti musicisti siracusani, adesso la band c’è sulla carta ma non abbiamo ancora provato. Comunque tornando alla domanda di prima non riuscirei a scegliere perché sono cose totalmente diverse, ma non puoi pensare d’avere la verità assoluta.
Il tuo progetto non sembra italiano, sembra non abbia niente a che vedere col nostro paese…
Si, molte recensioni hanno detto così, ma le mie influenze derivano dalla letteratura del settecento e dell’ottocento, i poeti romantici, letteratura tedesca, americana, non posso non cantare in inglese, non conosco molti cantautori italiani.. Diciamo che appartengo ad un’altra scuola.
Andando fuori ad esempio potresti avere più possibilità di essere apprezzato maggiormente dal pubblico…
Si probabilmente si, ma ho troppi legami con questa terra e non la posso lasciare, lì (in Europa, come in America) ci sono ragazzi giovani che iniziando facendo i buskers (artista di strada) arrivano ad avere enormi successi. Lì è più facile che un discografico ti becchi.
Hai parlato di legami con la tua terra, come stai qui in Sicilia?
Mi trovo bene, Siracusa è una città piena di cultura, è vero che si dice che i siracusani non se la meritano o non sono all’altezza, può essere anche vero, ma è anche vero che non ci sono le persone giuste nei posti giusti, mancano le infrastrutture, organizzazione societaria. Ci vuole il giusto spazio per tutti, dico in generale, suonano più o meno le stesse persone perché il mercato è stato saturato dalle cover band, il pubblico medio non ascolta la musica o la ascolta in maniera superficiale, seguendo quello a cui è già abituato, non c’è molto spazio per le band inedite, è in fondo, un problema di società. Io mi trovo bene, ci sono tanti stimoli e tutti quelli che scrivono come noi scrivono perchè hanno questi stimoli. Siamo la provincia con più musicisti in tutta la Sicilia. Tutto quello che c’è qui non c’è da nessun’altra parte. Bisogna creare dei movimenti come quelli che ci sono stati e ci sono a Catania o Seattle.
Ho sentito parlare che a Floridia qualcosa si sta muovendo, dimmi un po’ se è solo una mia impressione…
Si a Floridia abbiamo creato il “Comitato necessario musicisti floridiani, tutto è cominciato in primavera quando ci siamo resi conto che la nostra città non aveva una sala prove comunale, mentre nel paesino accanto c’era, siamo 25.000 e non abbiamo niente. Stiamo chiedendo all’amministrazione tramite delle manifestazioni di creare qualcosa per noi musicisti e per la musica in generale. Domenica 27 ci saranno una ventina d’artisti che suoneranno per questa iniziativa, un giorno di musica intero, dal piccolo musicista di quindici anni fino ai più grandi musicisti che suonano da una vita. Grazie a questa unione d’intenti siamo andati dal sindaco per avere qualche risposta e per adesso abbiamo ottenuto l’autorizzazione per suonare e si spera pure una sala prove, uno studio per fare uscire fuori i nostri artisti, in altri posti i musicisti vengono incentivati a migliorarsi perché creano turismo e lavoro, un concerto fa lavorare un fonico, gli operai che montano il palco, viene gente da fuori che spende nel tuo territorio.
Domanda discografica, quanti EP/LP hai fatto uscire, etichette ecc…
Il mio primo disco è stato auto prodotto e registrato in un casolare di campagna in collaborazione con il fonico dei Qbeta (Jorge Blengino), tre mesi a dormire, mangiare e vivere insieme. Eravamo in tre, uscivamo solamente per andare a prendere la legna muniti di asce e motoseghe, da lì è iniziata la mia collaborazione con Valerio Zappulla ed abbiamo cominciato a scrivere e suonare parecchio, in quattro anni centinaia di concerti, ci siamo spostati parecchio, ho suonato a Roma, Milano, Varese e molto in Sicilia. Ho pubblicato sempre da indipendente “Believe” in digitale, abbiamo scritto la colonna sonora per un film di un mio amico e da ciò sono nate altre collaborazioni ad esempio con Seahorse recording. Quest’anno dovrei pubblicare con la Viceversa Records, ci dovremmo incontrare a breve per definire i dettagli del nuovo disco.
Domanda finale, come ti vedi fra dieci anni od anche venti se vuoi!
Barba più lunga, meno capelli… Mi vedo sempre William Wilson, è una cosa talmente personale che non abbandonerò mai anche se resterò nella mia stanzetta da solo a suonare, fra dieci anni se continuo così avrò fatto quindici dischi! Fermarsi non ha senso, ogni sei mesi devo fare qualcosa di nuovo, mi vedo sempre in progresso. Fra vent’anni ancora peggio!
A Lonely Game
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Si ringrazia inoltre la Futura | Studio Recording